Attività
Aerosol
L'aerosol atmosferico produce un'influenza significativa sul bilancio radiativo terrestre, attraverso la diffusione e l'assorbimento della radiazione (forzante diretta), e influenzando i processi di nucleazione delle nubi e le proprietà microfisiche delle nubi (forzante indiretto). Gli aerosol troposferici sono tra gli elementi più incerti nella stima del bilancio radiativo planetario a causa dell'elevata variabilità delle loro caratteristiche e dei complessi fenomeni in cui sono coinvolti. Alcuni tipi di aerosol, come i solfati (e in particolare le particelle stratosferiche dopo grandi eruzioni vulcaniche), disperdono una frazione significativa della radiazione solare, producendo un aumento dell'albedo planetario e un raffreddamento della bassa atmosfera. D'altra parte, le particelle fortemente assorbenti, come l'aerosol carbonioso e la polvere, in particolari condizioni di produzione e distribuzione, possono indurre effetti di riscaldamento sull'atmosfera.
Le particelle minerali o crostali (polveri) sono tra i principali costituenti degli aerosol troposferici.
Si stima che una frazione compresa tra il 30 e il 50% degli aerosol minerali totali sia antropica (cioè prodotta in suoli che sono stati disturbati dall'attività umana).
L'aridità delle zone continentali è indicata come la causa principale dell'aumento del flusso di polvere dai deserti, che costituiscono la fonte più
rilevante di queste particelle.
Tuttavia, le regioni particolarmente aride (precipitazioni medie annue<80 mm) sono fonti di aerosol meno significative rispetto alle regioni aride.
La mobilizzazione della polvere nell'atmosfera è dovuta all'erosione da parte del vento nelle regioni aride e la dimensione media delle particelle trasportate
dipende dalla forza del vento; la mobilizzazione della polvere dipende anche dalla natura del suolo e da altri parametri, e sono coinvolti meccanismi complessi,
come la produzione ed il trasporto di granelli di polvere relativamente grandi.
L'attività antropica, attraverso la modificazione dell'uso del suolo e/o i cambiamenti climatici (principalmente attraverso cambiamenti delle precipitazioni e del
regime di temperatura), può contribuire alla produzione di aerosol minerali.
Il deserto del Sahara è una delle principali fonti di aerosol minerali: le particelle di polvere vengono catturate dal vento in superficie, vengono sollevate a
notevoli quote nella troposfera dai forti regimi convettivi che si sviluppano nel deserto, e possono essere trasportate a grandi distanze.
La polvere del Sahara è comunemente osservata nell'Europa meridionale e, a grandi distanze, nei Caraibi e in Sud America.
In rare occasioni, la polvere del Sahara raggiunge il nord Europa.
Un caso di trasporto di polvere desertica osservato dallo spazio.
Nel Mediterraneo le particelle di polvere, che non sono igroscopiche e non dovrebbero interagire con le nuvole, possono incontrare e mescolarsi con diversi tipi di aerosol.
Nel bacino sono comunemente presenti particelle continentali e antropogeniche provenienti dall'Europa, nonché aerosol marini del Nord Atlantico e dello stesso Mediterraneo.
Recentemente sono state osservate particelle di polvere ricoperte di solfato; si ritiene che il mescolamento della polvere con il solfato avvenga come conseguenza dei processi di
evaporazione delle nuvole.
In questo modo, le particelle di polvere diventano igroscopiche e possono influenzare la formazione e le proprietà delle nubi.
La polvere del Sahara costituisce uno dei più importanti apporti di oligoelementi nel Mediterraneo e un'importante fonte di nutrienti per i microrganismi oceanici.
Gli aerosol desertici possono anche influenzare l'acidità delle precipitazioni.
Lampedusa è spesso interessata da fenomeni di trasporto di aerosol desertici dal Sahara e rappresenta un sito ideale per studiare la propagazione,
le proprietà e gli effetti radiativi di questo tipo di particelle.
Evoluzione dello spessore ottico dell'aerosol a 415 (cerchi rossi) e 868 nm (cerchi neri), grafico in basso, e dell'esponentedi Ångström, grafico in alto, nei mesi di maggio e giugno 1999. I valori dello spessore ottico maggiori di 0,2 a 868 nm sono generalmente associati al trasporto di polvere del Sahara.
Evoluzione giornaliera del rapporto di retrodiffusione lidar (è uguale a 1 quando non sono presenti aerosol) in tre giorni caratterizzati da diverse condizioni di aerosol. Le traiettorie della massa d'aria che terminano a Lampedusa nei tre giorni (etichettate A, B e C) sono indicate nel grafico di destra. Il grafico in alto a sinistra corrisponde ad un evento di polvere sahariana, come confermato anche dalla traiettoria.
È stato osservato che la polvere del deserto produce una riduzione dell'irradiazione superficiale delle onde corte fino a 50 W m-2.
Sono stati condotti diversi studi, volti a determinare le proprietà ottiche e gli effetti radiativi dei diversi tipi di aerosol osservabili a Lampedusa,
integrando anche osservazioni satellitari.
Stime del forzante radiativo diretto medio giornaliero al top dell'atmosfera nell'intervallo 300-800 nm per uno spessore ottico dell'aerosol unitario a 500 nm vanno
da -3.4 a +8.3 W m-2 per aerosol continentali/marini e da -3.3 a -20 W m-2 per la polvere del deserto.
In superficie, per lo stesso intervallo spettrale (e per spessore ottico unitario a 500 nm) si ottiene un'efficienza di forcing diretto tra -141 e -114 W m-2
per aerosol continentali/marini, e tra -76 e -70 W m-2 per la polvere del deserto.
A causa dello spessore ottico molto maggiore, tuttavia, la polvere del deserto generalmente produce un impatto radiativo maggiore alla superficie.